Il riflesso nello specchio: il dismorfismo corporeo.         -1a parte-


Il dismorfismo corporeo è un termine adottato negli ultimi anni per indicare una persona che è  costantemente ed eccessivamente preoccupata verso un difetto minimo o immaginario nel proprio corpo. Da dove nasce questa preoccupazione? I motivi possono essere diversi da una persona all’altra, ma tutti noi veniamo influenzati, chi più chi meno, dall’ambiente in cui viviamo.  

Oggi la nostra società ci propone modelli di bellezza “ideale” che sono irraggiungibili per la maggior parte delle persone. Ad esempio, le foto di modelle/i prima di essere pubblicate subiscono dei ritocchi che eliminano ogni piccola e umana imperfezione.

                reale                   modificata

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Quando ci guardiamo allo specchio, se ci confrontiamo con questi ideali, e diamo molta importanza all’aspetto fisico, possiamo provare frustrazione per l’immagine che vediamo allo specchio, che non è perfetta come quella presentata dai media. Possono subentrare sensi di colpa anche solo per aver mangiato una pizza e un dolce o non aver fatto attività fisica la sera prima, perché ci allontana dal perdere peso e raggiungere il modello perfetto.

Non solo, possiamo sentirci inadeguati perché non riusciamo ad avere il controllo sul nostro corpo nonostante la grande offerta di “cosmetici miracolosi” (la crema di ultima generazione che snellisce e modella, basta applicarla mattina e sera), diete veloci ("Come perdere 10 kg in 2 settimane”), programmi ginnici e chirurgia plastica.

La grande pubblicità di questi mezzi “infallibili” non fa altro che creare l’illusione che tutto sia facile e possibile: possiamo diventare esattamente come la modella o il modello che tanto adoriamo senza tenere conto dell’età, della struttura genetica, dello stile di vita e della variabilità individuale

In personalità già rese fragili da esperienze personali, il contesto ambientale contemporaneo ha più probabilmente un effetto negativo. Il messaggio che arriva dai media è che il corpo è il solo “mezzo” per ottenere successo e attenzioni. L’adolescente è il bersaglio più ambito per questa società “che appare”, poiché non ha ancora una personalità formata e salda, ed è a rischio di trovarsi travolto da queste eccessive richieste di conformità e stereotipie. Inoltre, un ruolo fondamentale lo hanno le nostre stesse famiglie. Se sin da piccoli siamo apprezzati o criticati per il nostro aspetto o viene data eccessiva importanza alle questioni di alimentazione, peso e forma fisica, veniamo resi, una volta adolescenti, più sensibili al confronto con i modelli che la società propone. 

Come ci accorgiamo del dismorfismo corporeo? I criteri DSM-5

1.  Ci si preoccupa per uno o più difetti o imperfezioni percepiti nel proprio aspetto fisico, che si ritiene essere brutto, non attraente, anormale o deforme. Le imperfezioni percepite non sono osservabili o appaiono agli altri solo in modo lieve. Le aree che più comunemente vengono bersagliate sono la pelle (per es., percepire acne, cicatrici, rughe, pallore), i capelli o i peli (per es. capelli radi, eccessiva peluria facciale o corporea), il naso, occhi, denti, peso, stomaco, seno, gambe, dimensione o forma del viso, labbra, mento, sopracciglia e genitali. Ma soprattutto, queste preoccupazioni sono intrusive, indesiderate e occupano una buona parte di tempo (in media dalle 3-8 ore al giorno).

2. In risposta alle preoccupazioni si mettono in atto eccessivi comportamenti ripetitivi o azioni mentali. I comportamenti più comuni sono:

  • confrontare il proprio corpo con quello degli altri;
  • controllare ripetutamente allo specchio o su altre superfici riflettenti i difetti percepiti, oppure esaminarli direttamente;
  • dedicarsi eccessivamente alla cura di se (per es. pettinarsi, truccarsi, rasarsi, depilarsi o strapparsi i peli);
  • ricercare rassicurazione riguardo a come appaiono le imperfezioni percepite;
  • fare eccessivo esercizio fisico o sollevamento pesi;
  • ricercare trattamenti estetici (chirurgia); abbronzarsi eccessivamente;

3. Viene espresso un forte disagio (alti livelli di ansia, timore di essere giudicati male per l’aspetto fisico, evitare situazioni sociali, umore depresso, bassa autostima) o  viene compromesso il funzionamento della persona in una o più aree della sua vita (lavoro, famiglia, amici).