Non tutti i soggetti in sovrappeso devono dimagrire.


Per valutare se un soggetto deve perdere peso o meno, bisogna tenere in considerazione anche la presenza di fattori di rischio cardiovascolare (diabete, fumo, sedentarietà, ipertensione, dislipidemia, circonferenza vita..). 

Ad esempio questa modella dovrebbe secondo voi dimagrire pur essendo un pò sovrappeso?

Se essa non presenta alcuno dei fattori di rischio sopracitati, questa sua condizione di sovrappeso le garantisce comunque un buono stato di salute.

Viceversa, chi è in normopeso potrebbe non essere salvo dal dover perdere peso se ha una circonferenza vita che supera i valori consigliati oppure se è aumentato di 10 kg (di grasso) dai 18 anni.
Viene generalmente consigliato di perdere peso a chi ha un BMI tra il 25 e il 30 e possiede uno stato sarcopenico (perdita di massa muscolare) ed in presenza di complicanze o predisposizione a patologie legate all’eccesso di grasso corporeo.

Dovrebbero, invece, perdere peso le persone che hanno un BMI > 30 o tra il 25 e il 30 con fattori di rischio aggiunti, quindi individui obesi e in sovrappeso con uno o più indicatori di un aumento del rischio di patologie cardiovascolari o altre patologie legate all’obesità.

Sedentarietà; pricipale fattore di rischio.

Tra i fattori di rischio che ho citato, c’è la sedentarietà, per cui vi propongo questi due studi che chiariscono il perché è importante rimanere attivi, anche per soggetti normopeso!

Il primo grande studio che ha messo a confronto una condizione di eccesso di grasso con una condizione fisica attiva è stato condotto dai ricercatori dell'Istituto Cooper, una organizzazione no-profit a Dallas che promuove il fitness. In uno studio su 22.000 uomini, di età 30-83, i ricercatori hanno misurato la composizione corporea dei soggetti (la percentuale di massa grassa e di massa muscolare) e li hanno sottoposti a test su tapis roulant. Gli uomini che erano in sovrappeso ma attivi (come misurato dal test) avevano due volte in meno la probabilità di morire rispetto agli uomini magri ma non in forma.

In un altro studio alcuni ricercatori di Harvard hanno analizzato il peso, l’attività fisica e la mortalità, dei dati raccolti dallo studio sulla salute degli infermieri, nel corso di un periodo di 20 anni.

Si è visto che l'attività fisica ha abbassato il tasso di mortalità in tutte le categorie di peso: normopeso (BMI < 25), sovrappeso (BMI 25-29,9) e obesi (BMI ≥ 30). E gli infermieri classificati in sovrappeso che erano fisicamente attivi (un minimo di un'ora alla settimana) avevano un più basso rischio di morte rispetto agli infermieri normopeso ma non attivi (meno di un'ora di attività alla settimana).

Ma l'attività fisica non ha eliminato completamente i rischi associati alla condizione di sovrappeso o obesità. Infatti, quando gli infermieri sono stati raggruppati in base al livello di attività, chi era in una condizione di sovrappeso aveva una maggiore probabilità di morire rispetto ai soggetti in normopeso.

E’ stato notato inoltre che un aumento anche di 4-9 kg durante l’età adulta era associato ad un più alto rischio di morte.

In conclusione possiamo affermare che il peso, quindi anche il BMI sia un dato da prendere con le pinze!

Come abbiamo visto anche dagli articoli precedenti (vedi: "Ci possiamo fidare del BMI"), per sapere se si è in una condizione di normopeso, sovrappeso o obesità non si possono considerare solo il peso e l’altezza.

Non spaventatevi e non traete conclusioni affrettate, se volete essere sicuri della vostra condizione fisica affidatevi a medici e a figure professionali competenti!

Dott.ssa Sara Buratti

Chinesiologa

saraburatti8@gmail.com



Fonte

- Manson JE, Willett WC, Stampfer MJ, Colditz GA, Hunter DJ, Hankinson SE, Hennekens CH, Speizer FE., Body weight and mortality among women,  N Engl J Med. 1995 Sep 14;333(11):677-85.

- http://www.huffingtonpost.com/2013/11/20/fat-but-fit-fitness-weight-death-risk_n_4305622.html

- http://www.health.harvard.edu/staying-healthy/is-it-okay-to-be-fat-if-youre-fit

- Materiale corso Technogym “Dimagrimento: dalla ricerca avanzata alle applicazioni pratiche”